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Denève e Thibaudet, il “Concerto egiziano” con il Coro e l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia

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Stéphane Denève
Il 24,25 e 26 novembre sono stati tre giorni dedicati alla musica francese dei primi del novecento con Jacques Ibert, Camille Saint-Saëns, Calude Debussy e Maurice Ravel

Stéphane Denève ha diretto il Coro e l’Orchestra di Santa Cecilia, mentre al pianoforte Jean-Yves Thibaudet ha eseguito il Concerto n.5 in fa maggiore op.103 “L’Egiziano”.

Jean-Yves Thibaudet

La prima parte del concerto è stata inaugurata con Escales di Ibert. Il poema fu composto a Roma tra il 1920 e il 1923. Durante il soggiorno romano Ibert sposò la scultrice Rosette Verber con cui viaggiò in Sicilia, Spagna e Tunisia, ed è proprio in questo poema che si possono ritrovare le magie dei suoi viaggi.

Attraverso i tre movimenti, si assaporano, nel primo, i ritmi della tarantella. Nel secondo ci ritroviamo nel deserto tunisino dove la melodia dell’oboe con Francesco Di Rosa ci lascia assaporare le fantasie africane.

Nel terzo movimento i ritmi spagnoli prendono vita e immaginiamo ballerine di flamenco danzare. Il viaggio di questa composizione, purtroppo solo 16′ minuti di rêve, introduce “l’Egiziano” di Saint-Saëns.

Anche Camille aveva viaggiato a lungo nel Vicino Oriente ed è proprio a Luxor che compose l’ultimo dei suoi Concerti per pianoforte nel 1895. Eseguito con grande maestria per noi da Jean-Yves Thibaudet.

Un’esecuzione calorosa e passionale, un acclamato bis di Schumann e un abbraccio commovente tra il Direttore Denève e Thibaudet prima di concludere la prima parte del concerto hanno scaldato l’atmosfera di tutta la sala Santa Cecilia.

Nella seconda parte i famosi Trois Nocturnes di Debussy accompagnati dal Coro femminile. Suddiviso in Nuages, Fêtes e Sirènes. Nel primo si percepisce la quasi immobilità delle nuvole in contrasto con il secondo movimento, in cui il ritmo è vivace, come ad una festa e di danze, fino ad arrivare alle “Sirene” in cui si possono ascoltare le voci ammalianti del Coro femminile che cantano senza testo.

Si conclude il concerto con Daphnis et Chloé di Ravel composta tar il 1909 e il 1912. Al flauto Sebastian Jacot ne accentua la visione fantastica ispirata al balletto Daphnis et Chloé e pubblicata nel 1913. Si suddivide in tre parti.

La Lever du jour, l’Alba, con il canto degli uccelli e il rumore dei ruscelli. La Pantomime, in cui si evocano gli amori pastorali e la Danse générale, dove si può trovare la ripetizione ostinata di un tema che mise in difficoltà i ballerini dei Balletti Russi durante l’esecuzione.

Un concerto completo, reso ancora più indimenticabile dalla passione trasmessa dal Direttore Stéphane Denève. Un itinerario nella storia della musica francese dei primi del novecento grazie al patrocinio dell’Institut Française in Italia e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

La trasmissione televisiva andrà in onda su Rai 5 il 21 dicembre alle ore 22.15.

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