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La benedizione degli animali per la festa di Sant’Antonio Abate

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Cane e gatto@pixabay
Il 17 gennaio si celebra la festa di Sant’Antonio Abate protettore degli animali domestici che secondo la tradizione viene ritratto con un maialino che ha appeso al collo una campanella

Si narra che durante la notte di questa giornata gli animali acquisiscano la facoltà della parola e che per questo motivo i contadini all’epoca si tenessero lontani dalle stalle perché udire gli animali parlare era di cattivo auspicio. Infatti si narra che un contadino curioso di sentire le mucche parlare ne morì di paura.

Antonio aveva origini egiziane, eremita che per anni aveva vissuto in una grotta vicino al suo paese, tentato diverse volte dal demonio, morto a 105 anni di età.

Ma perché la sua immagine è legata al mondo animale? Nel Medioevo in terra tedesca si allevavano maiali da destinare all’ospedale dove prestavano servizio i monaci di Sant’Antonio.
Per questo motivo i maiali acquisiscono un’aura di sacralità diventando sostentamento per i monaci Antoniani e guai a chi ne avesse rubato uno perché il santo si sarebbe vendicato colpendolo con una malattia.

La benedizione oggi in tutta Italia. In Piazza San Pietro, dalle 9.30 di stamane mentre alle ore 12 nella Parrocchia dei SS. Angeli Custodi a Piazza Sempione.

E proprio il 17 a piazza San Pietro è arrivata una famiglia di pellegrini francesi composta da padre, madre, tre figli e due asinelli.

Hanno fatto circa 3000 km a piedi percorrendo la via Francigena e poi la via di Francesco che da La Verna arriva a Roma.

Ad accoglierli con stupore gli automobilisti e i pedoni romani che li hanno visti attraversare la città dalla Salaria fino ad arrivare alla Città del  Vaticano.