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Il sofisticato pop di Aurora all’Auditorium Parco della Musica

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AURORA ©Fondazione Musica per Roma / foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini
Nell’unica data italiana di mercoledì 17 giugno ha fatto il suo ritorno all’Auditorium Parco della Musica – questa volta però nella splendida venue della cavea – la talentuosa cantante norvegese Aurora, all’anagrafe Aurora Asksnes

La giovanissima artista, infatti, era già stata accolta nella location romana in via Pietro de Coubertin tra le mura della Sala Sinopoli nel gennaio scorso e, come allora, nella serata di ieri ha portato in scena il suo electropop caratterizzato talvolta da tinte dark e altre da note incantate.

Nonostante la giovane età la ragazza “nordica” ha già all’attivo – tutti editi dalla notissima casa discografica londinese Decca Records e dalla statunitense Glassnote Records – due album All My Demons Greeting Me As a Friend e il recentissimo A Different Kind of Human (Step 2) nonché due EP Infections of a Different Kind (Step 1) e, soprattutto, Running with the Wolves con il quale Aurora ha vinto il prestigioso premio norvegese, che equivale al GrammySpellemannprisen come miglior esordio.

La serata inizia con una simpatica iniziativa ad opera di un paio di ragazzi collocati all’ingresso dell’Auditorium i quali ci chiedono di partecipare ad un coreografia sul brano Quendom consegnandoci all’uopo un sottile foglietto colorato da apporre sulla torcia dello smartphone ed un elastico per mantenerlo.

L’antipasto dello show è affidato alla simpatica Cecilia, dotata di gran voce, la quale con la sua arpa ha il compito di preparare il campo per il successivo ingresso sul palco della piccola biondina dagli occhi azzurri.
AURORA Nella foto: OPENING ACT CECILIA ©Fondazione Musica per Roma / foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini

Al centro dello stage è posizionata una palla gigante di colore argento con alle spalle un cerchio dello stesso sul telo nero che divide il palco dal backstage, mentre ai lati sventolano tre teli rettangolari che raffigurano corpi anatomici.

L’ingresso dirompente della star avviene alle 21.40 circa sulle note di The River, brano tratto dal suo ultimo lavoro A Different Kind of Human (Step 2).

L’atmosfera si fa subito “elettrica” con il pubblico presente che sembra apprezzare sin da subito le doti canore della performer scandinava rapito anche dalla sua coreografica maniera di intrattenere il palco.

Infatti, l’artista non fa in tempo a intonare le note del terzo brano, All Is Soft Inside, che i fan accorsi si alzano dai seggiolini per guadagnarsi il “proscenio” accorciando, di fatto, le distanze con Aurora la quale si diverte molto a interagire con i presenti, ricevendo gift e scattando selfie con lo smartphone. Dopo la bella e intensa Churchyard, la “fatina di Bergen” con voce tenue, quasi sibilando, coglie l’occasione per ringraziare della fantastica serata che sta vivendo pronunciando spesso: “I love you”.

Le peculiari movenze di Aurora – accompagnato dalla sua ipnotica voce di impronta nordica ma permeata di vibrazioni british – si riverberano di continuo su i brani in scaletta la quale spazia per tutto il repertorio dell’artista; dal successo degli esordi, Runaway, alle ultime In Bottles, The Seed e Apple Tree.

Complice anche l’ottima acustica della cavea, il sound della norvegese è avvolgente e profondo, le note delle sue canzoni, sia quelle più orchestrali che quelle più pop, penetrano tra i fan che con il passare dei minuti confermano il loro apprezzamento iniziale per questa adorabile biondina venuta dai fiordi.

AURORA ©Fondazione Musica per Roma / foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini

Il paragone con i mostri sacri del genere – quali Goldfrapp, Bat For Lashes, Lana Del Rey, Lorde, Florence and the Machine e Björk – è ineluttabile tuttavia lo stile della scandinava riesce a essere riconoscibile, soprattutto per via del suo sguardo brioso e sincero che traspare da ogni singola rappresentazione e che risulta essere distante, almeno all’apparenza, dalle logiche dello showbiz propriamente inteso.

L’ultimo brano è Running With the Wolves, con il quale l’enfant prodige si è fatta conoscere al mondo musicale che conta, non prima però di concedersi ad un encore con brani It happened Quiet e Daydreamer.

A calar del sipario intorno alle 23, sullo stage si respira un’aria di grande entusiasmo sia per il sound fresco ed intrigante appena ascoltato sia per la performance di Aurora; sincera, sensibile, energica ma elegante.

Ci auguriamo che la giovane norvegese continui a crescere e a coltivare il suo notevole talento. La strada è segnata ed è quella giusta.

Setlist

The River

Churchyard

All Is Soft Inside

Warrior

Soft Universe

Murder Song (5, 4, 3, 2, 1)

Runaway

The Seed

Apple Tree

Forgotten Love

I Went Too Far

Queendom

Running With the Wolves

Encore:

It Happened Quiet

Daydreamer

“La bella realtà del Retape Summer”